L’INVIDIA: MALE DEL NOSTRO PAESE, FRENA L’INNOVAZIONE
In molti pochi combattono oramai per i proprio ideali, alla cui base, dovrebbero esserci i valori, in cui ognuno crede. Al fine di raggiungere un obiettivo. Grande o piccolo che sia. Ad ogni costo. Costi quel che costi. Non combattendo più, crescono l’inerzia, la pigrizia, le paure, e tutto quello che riporta chiunque nella zona di conforto, quella calda e conosciuta. In un contesto di questo tipo l’invidia sociale cresce. ‘Quando un italiano vede passare una macchina di lusso il suo primo impulso non è averne una anche lui, ma tagliarle le gomme’. E’ quanto affermava Indro Montanelli. Concetto metaforico, ancora vero, se in un periodo storico come quello che stiamo vivendo, ci si confronta con l’atteggiamento che si vive e percepisce invece negli Stati Uniti d’America. L’esasperazione politica ora vissuta negli Usa, mette in risalto, in special modo nelle grandi metropoli americane, come New York e San Francisco, un sempre maggiore desiderio di credere in qualcosa che vada oltre, verso un sempre maggiore impegno per la realizzazione personale. Infatti, negli Usa esiste il cosiddetto ‘ascensore sociale’, con una buona idea, è possibile avere successo. In Italia invece, si pensa, che non sia possibile. Ecco che, negli Usa, davanti al successo altrui, tendenzialmente lo si prende come sano confronto, e nasce l’idea ed il pensiero: ‘Che bravo, posso farcela anche io’. In Italia invece, spesso accade che davanti al successo del prossimo, ci si accanisca contro di esso, dando il merito alla ‘fortuna’, al caso, non alle capacità ed al merito.
Un limite, tutto italiano, da cui sarebbe utile liberarsi. O quanto-meno, iniziare a ragionare in modo diverso. Mille sono altrimenti le occasioni perse, che potrebbero invece nascere dal desiderio di fare di più e meglio, per se stessi e per il proprio Paese.
L’invidia ha diverse sfumature, c’è quella rabbiosa o impulsiva che si mescola con l’ignoranza, quella passiva che grazie all’indifferenza erige muri anziché ponti. Ma anche quella di chi, dopo essersi allontanato da un determinato progetto per innumerevoli motivi, cambia completamente e inizia a diffamare di nascosto il passato progetto nel quale era coinvolto. La società italiana, come molte altre, è caratterizzata da un forte senso di comunità e da un’attenzione alle apparenze. Questo può alimentare il confronto sociale e, di conseguenza, l’invidia. In Italia, le dinamiche familiari e di vicinato spesso accentuano il confronto, creando un terreno fertile per questo sentimento. Il successo e lo status sociale sono spesso visti come elementi di grande importanza, e questo può generare invidia nei confronti di chi li ha raggiunti. La percezione di ingiustizia sociale può alimentare ulteriormente questo sentimento.
“Quando un italiano vede passare una macchina di lusso il suo primo impulso non è averne una anche lui, ma tagliarle le gomme.” Questo il pensiero emblematico di Indro Montanelli, un poco di anni fa. E poi c’è la ‘sindrome del palio’.
Come evidenziato da alcuni studi, in Italia sembra esistere una tendenza a “impedire all’avversario di vincere, prima ancora di impegnarsi a vincere in prima persona. Questo atteggiamento, definito “sindrome del Palio”, riflette una forma di invidia che blocca il progresso e l’innovazione. L’avvento dei social media ha amplificato il confronto sociale, esponendo le persone a una costante vetrina di vite apparentemente perfette. Questo può alimentare l’invidia e il risentimento. La costante esposizione a vite filtrate, può portare a comparazioni sociali che generano invidia. L’invidia può frenare la collaborazione e l’innovazione, ostacolando il progresso sociale ed economico.
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