Rimini e Fellini: un viaggio tra sogno e realtà
“Rimini è una dimensione della memoria”: con queste parole, Federico Fellini ha descritto il legame indissolubile con la sua città natale. Un rapporto che fonde il sogno con la realtà, nutrendo la sua arte e le sue opere più celebri. Per il grande regista, Rimini non era solo un luogo fisico, ma un universo di ricordi che ha saputo immortalare sul grande schermo.
Nato a Rimini il 20 gennaio 1920, Fellini visse la sua infanzia e giovinezza in luoghi che diventeranno iconici nei suoi film. La sua casa natale, in via Dardanelli, si trovava non lontano da quello che oggi è piazzale Federico Fellini, un tempo dominato dal Kursaal, cuore della mondanità riminese. Questo stabilimento balneare, oggi scomparso, era il punto d’incontro per il bel mondo e una fonte d’ispirazione per il giovane Fellini e i suoi amici.
Proprio di fronte al Kursaal, si erge ancora oggi il maestoso Grand Hotel, un’elegante struttura in stile Liberty che Fellini stesso definì il “mondo fiabesco dei ricchi e del lusso”. Reso celebre in Amarcord, l’hotel rappresenta un sogno di gioventù, una fantasia di opulenza e sfarzo. A pochi passi, la scultura Fellinia di Elio Guerra, una grande macchina fotografica, rende omaggio alla sua arte.
Dal Grand Hotel, una breve passeggiata porta al molo che termina con la palata, un luogo amato dai riminesi. Questo tratto di scogliera è una presenza costante nei suoi film: compare all’inizio e alla fine di Amarcord, è il ritrovo dei protagonisti de I Vitelloni ed è il punto di partenza delle barche per vedere il mitico piroscafo Rex.
Anche il centro storico di Rimini ha fornito un ricco materiale per il genio di Fellini. Corso d’Augusto è la strada dove sfrecciano le auto della Mille Miglia in Amarcord, mentre piazza Cavour e il suo Palazzo dell’Arengo sono lo sfondo delle celebrazioni fasciste. La Fontana della Pigna, inoltre, è immortalata nella celebre scena del “nevone” e del pavone. Anche piazza Tre Martiri compare in Amarcord, nella scena della benedizione degli animali.
In via IV Novembre si trovava la Bottega “FeBo”, un laboratorio artistico che Fellini aprì con il pittore Demos Bonini. Qui, il giovane Federico creava caricature e ritratti, spesso di personaggi del cinema, proprio per il cinema Fulgor, dove da bambino vide il suo primo film, Maciste all’inferno.
Infine, il Borgo San Giuliano, con i suoi suggestivi murales dedicati alle opere e ai personaggi felliniani, completa questo itinerario attraverso la memoria del regista.
Il legame tra Fellini e Rimini si conclude, non a caso, dove tutto ha avuto inizio. Federico Fellini e sua moglie Giulietta Masina riposano al cimitero monumentale di Rimini, sotto la “grande prua”, la scultura in bronzo di Arnaldo Pomodoro che sembra navigare verso l’infinito.
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