FAGGIN SU COSCIENZA: ‘E’ UN FENOMENO QUANTISTICO’

Federico Faggin stupisce sempre. Il noto scienziato, fisico, imprenditore e inventore italo statunitense nato a Vicenza nel 1941, la cui fama internazionale è legata, fra le tante attività, all’aver sviluppato la tecnologia che ha consentito la fabbricazione dei microprocessori e per aver fondato nel 1986 e diretto l’azienda che ideò e produsse i primi touch screen. Si trova in Europa ed in Italia in occasione della uscita della versione inglese del suo libro: ‘Irriducibile’. Lo abbiamo incontrato a Vicenza, dove è nato nel 1941. Mette l’animo tranquillo ed in pace sentirlo parlare. Secondo lo scienziato, il libero arbitrio determina qualsiasi tipo di scelta. Quindi, qualsiasi nostra scelta dipenda dal ‘caso’, ovvero dalla summa dei nostri pensieri/emozioni che determinano una scelta piuttosto che una altra. In un determinato momento si prende una decisione e si agisce, l’azione porta ad un costrutto materiale che determina a sua volta il destino. Difficile, quanto mai impossibile, entrare nel campo delle probabilità. Ovvero: della statistica. Una scelta logica può essere predeterminata, ma quando è la mente e la coscienza – per indicare ciò che Faggin cerca di spiegare con la scienza – a fungere da reagente per l’azione, allora, non può che intervenire il fenomeno quantistico che, altro non significa che: probabilistico. Ciò che oggi conosciamo della fisica e meccanica quantistica lo affidiamo alla probabilità, all’indeterminato. Forse perché non conosciamo ancora le leggi che governano questi ‘mondi’, diversi dalla fisica classica, o semplicemente perché la vita, quindi, la coscienza sono indeterminate, probabilistiche, perché si affidano al libero arbitrio. Invero, alle scelte personali che non dipendono mai e solo dalla razionalità, ma da mille e più cause. 

Ecco che Faggin tira in ballo la quantistica per spiegare la coscienza, e così da anche un senso alla vita che, in buona parte, è determinata dal caso, dalle scelte, fatte per libero arbitrio, ovvero per ‘pancia’, per la stragrande maggioranza degli umani, poco o per nulla illuminati, almeno dalla razionalità.

Dopo vent’anni, rivela, «sono arrivato alla sola ipotesi che poteva spiegare la natura della realtà senza negare l’enorme mole di evidenza teorica e sperimentale accumulata dalla scienza. L’ipotesi è che la coscienza e il libero arbitrio devono essere fenomeni quantistici che esistono sin dall’inizio dell’universo. Ma come si fa a trovare evidenza nella scienza stessa per rendere plausibile un’ipotesi che dice esattamente l’opposto di quello che affermano gli scienziati più autorevoli?».

Una domanda essenziale che lo conduce a «dedicarsi interamente» a cercare un contesto concettuale che potesse spiegare «sia il mondo fisico che il mondo interiore, portando luce su aspetti della realtà che la scienza non sa ancora spiegare e allo stesso tempo rendere più comprensibile le stesse teorie fisiche che sono ancora controverse tra i fisici». Insomma, come è scientificamente teorizzabile il fatto che, per dirla con le parole del suo libro, che era stato possibile «mantenere la mia identità nonostante sperimentassi me stesso come fossi il mondo. Mi sentivo “mondo” con il mio punto di vista».

Faggin spiega tutto questo con una teoria della coscienza che utilizza i concetti della fisica quantistica: «La coscienza e il libero arbitrio esistono e sono fenomeni puramente quantistici esistenti in una realtà più vasta di quella che gli strumenti e il corpo umano possono rilevare. Questa realtà si può solo esplorare unendo profondamente scienza e spiritualità e ponendo fine al tragico dualismo che oggi le separa».

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