AVEVA RAGIONE CARLO RUBBIA

Milano 16 settembre 2024 – Aveva ragione Carlo Rubbia (nella foto non recente del Cern di Ginevra) , noto fisico friulano, nato a Gorizia nel 1934, Premio Nobel nel 1984, che intervistai a Milano, a Palazzo Mezzanotte, nel marzo del 2017. ‘Fra non molti anni vivremo meglio in montagna, le città diverranno luoghi irresistibili per il troppo caldo’ questa era la sua semplice risposta, quasi banale, alla mia domanda sui cambiamenti climatici. Aveva ragione. In questo ‘strano’ settembre climatico: oltre la metà del mese giungerà a noi un nuovo anticiclone, dopo avere sopportato temperature da ‘quasi-inverno’, si ripiomba nel caldo, di una estate, 2024, la più calda di sempre.

Secondo gli esperti: ‘Il nuovo anticiclone rischia di essere molto tardivo per la stagione e particolarmente irruento. Apparirà fuori luogo, soprattutto dopo un periodo con temperature inferiori alla media, che durerà probabilmente per almeno una settimana. Nei prossimi giorni si verificherà inoltre una situazione atmosferica estremamente insolita per settembre, con correnti provenienti dalla Russia.

In Russia, però, le temperature sono molto elevate: si stanno registrando addirittura dei record, soprattutto nella regione dell’Artico, dove si supera abbondantemente la soglia dei 20 °C, un valore che è circa 20 gradi Celsius sopra la norma tipica di questo periodo dell’anno.

L’anticiclone che si formerà sulla Scandinavia è un evento tipico che, se fosse inverno, causerebbe gelo sull’Italia. Tuttavia, essendo appena all’inizio dell’autunno, questo non accadrà. L’Italia sarà colpita da un’area di bassa pressione, portando maltempo. Vedremo anche l’arrivo di aria proveniente dalle regioni subtropicali, che, con il contributo di masse d’aria mediterranee – tenendo conto che il Mar Mediterraneo ha una temperatura ben sopra la media – potrebbe provocare piogge intense e temporali significativi.

In diverse località potremo osservare anche le trombe marine, fenomeno che si verifica specialmente nelle stagioni di transizione o durante forti contrasti termici. Queste sono veri e propri tornado d’acqua, che si attenuano una volta raggiunta la terraferma. Solo in alcuni casi, fortunatamente rari, si spingono più verso l’entroterra, causando danni ingenti.

Secondo le ultime previsioni, la fase di caldo potrebbe verificarsi alla fine del mese, quando si attenuerà quel complesso sistema di correnti polari che ha portato il freddo sull’Italia e sull’Europa centro-occidentale. Nei Balcani, si prevedono temperature fino a 20 °C sotto la norma. Solo qualche giorno fa, in questa zona si registravano oltre 35 °C, con un caldo estenuante iniziato a metà giugno senza interruzioni.

Ciò che stiamo vivendo è un eccesso climatico, un’estremizzazione meteorologica di cui si parla spesso. In questo contesto, il freddo che osserviamo è circondato da caldo estremo sia a ovest, sia a est, in Russia. Quando questa bolla d’aria fredda sarà erosa, saremo avvolti dalle masse d’aria calda provenienti anche dal Sahara, dove continuano a svilupparsi temporali insoliti in regioni desertiche.

In questo scenario atmosferico molto caotico, non parlare di una possibile ondata di caldo sarebbe ingenuo. Anche i modelli stagionali prevedono un ritorno a temperature nella media o leggermente più alte, dandoci la sensazione di un’altra ondata di calore. Non raggiungerà però le temperature estive più estreme, ma valori intorno ai 30 °C sono possibili, specialmente nel Centro-Sud Italia, con un’alta umidità che renderà il caldo nuovamente percepibile, soprattutto dopo una settimana di temperature sotto la media, che ci ha costretto a indossare abiti più adatti a un periodo pre-invernale.

L’ondata di calore non dovrebbe però durare a lungo. Le previsioni a lungo termine indicano che l’Italia potrebbe essere nuovamente investita da cicloni con maltempo e precipitazioni, concentrati soprattutto sul settore tirrenico e nel Nord Italia, oltre che in parte della Sardegna. Al contrario, le regioni adriatiche, ioniche e la Sicilia potrebbero vedere solo precipitazioni occasionali, aggravando ulteriormente la situazione di siccità estrema.

Tuttavia, in molte regioni italiane il caldo sarà anche piacevole, permettendo di stare all’aria aperta senza soffrire la tremenda afa che abbiamo vissuto quest’estate, che era decisamente insalubre a causa dei tassi di umidità assurdi, tipici delle regioni tropicali marittime. Il Mar Mediterraneo è ancora molto caldo, ma perderà temperatura grazie all’ondata di freddo, e questo potrebbe darci qualche vantaggio se la nuova ondata di caldo si dovesse prolungare.

Per chi si aspettava una normalità nell’evoluzione meteorologica, questo articolo smentisce tali speranze, raccontando come le cose stiano realmente: la normalità climatica è ormai fatta di estremi, con periodi lunghissimi di caldo intenso alternati a periodi di freddo estremo, come quello che abbiamo vissuto di recente. Questo tipo di freddo è però molto raro in Italia, anche se il riscaldamento globale ha causato ondate di freddo estreme in altre parti del pianeta, spesso precedute da ondate di calura da record.

Basti pensare alla precoce ondata di freddo che si è verificata in Cina lo scorso autunno, preceduta da una tardiva e anomala ondata di calore che ha battuto record storici di temperatura. Qualche giorno dopo, si sono registrati record storici di freddo. Anche questo è un esempio di meteo estremo, frequente nelle regioni a clima continentale. In Italia, il nostro clima è influenzato dal Mar Mediterraneo, anche se le regioni settentrionali sono meno coinvolte, pur essendo in parte protette dalla catena alpina dalle ondate di freddo provenienti dal nord.

Ci auguriamo che l’ondata di calore sia di breve durata, e che successivamente arrivino le piogge, soprattutto nelle aree dove la siccità è persistente, riportando le temperature su valori nella media. Speriamo inoltre che l’inverno mostri caratteristiche tipiche del nostro clima, a favore dell’ambiente e delle attività economiche legate agli sport invernali, fondamentali per alcune regioni italiane. In altre parole, speriamo di vedere nevicate normali, specialmente in Pianura Padana, in linea con le statistiche climatiche’.

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